La campagna
nei dintorni di Putignano (BA) è una meraviglia. Le distese di ulivi e alberi
di ogni tipo che crescono con la cura e l’amore di una antica tradizione
contadina, a tratti intervallati dai muretti a secco che solo qui sanno
costruire con questo livello di perizia, si perdono all’orizzonte limpido e
incredibilmente privo di sagome architettoniche fuori luogo o stonate. Tutto è
perfettamente armonizzato: la linea ondulata del terreno, le sagome degli alberi
secolari, l’aria fresca, il cielo senza nuvole e il venticello frizzante che
attraversa gli ulivi, la cui potatura esperta e accurata favorisce il passaggio
dell’aria tra i rami e la migliore fioritura stagionale. Qui e là qualche
trullo vecchio e malandato che ricorda un passato ormai perduto nel tempo e nei
ricordi e qualche altro invece egregiamente ristrutturato. Si percepisce la determinazione
e la volontà di alcuni abitanti di conservare la qualità e la morfologia del
territorio, con piante e abitazioni tradizionali, seppure rimodernate con cura,
e la noncuranza di altri che su questo territorio hanno solo lasciato ricordi
familiari e progetti incompiuti. Una terza categoria di persone che abitano
queste zone appartiene al presente e forse al futuro di questa terra
meravigliosa e malinconica: stranieri in cerca di investimenti finanziari
redditizi che acquistano per speculare sulle bellezze di una terra preziosa,
senza scrupoli e senza un reale interesse alla tutela delle sue prerogative
storiche e culturali, millenarie.
Molte
masserie, moltissimi trulli e rustici di
campagna sono oggetto di compravendita da parte di gruppi stranieri che stanno
lentamente ma incessantemente occupando il settore con alberghi, residence,
resort e villaggi turistici che portano in Puglia turisti attratti dalle eccellenze
architettoniche, culinarie e
naturalistiche che, sempre di più, sono a pannaggio esclusivo dei ricchi.
Senza capire
che questo porterà ad un progressivo depauperamento di un patrimonio
inestimabile di competenze, di tradizioni, di cultura che solo gli
autoctoni possono conservare con
l’affetto e la dedizione necessari.
Un esempio
di cosa si può fare per contrastare questa deriva drammatica viene da una
coppia di giovani amici architetti che in questo territorio sono nati e
cresciuti e che attualmente lavorano come professionisti ma anche come operatori del settore
turistico. Hilde e Luigi, una coppia con due figli che ha deciso da qualche
anno di vivere in campagna, senza
tralasciare il proprio impegno professionale anzi, mettendone a frutto le
risorse tecniche ed economiche ed investendo tutto nella costruzione di un
piccolo villaggio di trulli, tutti saggiamente ristrutturati e resi abitabili
con una operazione progettuale di ampio
respiro e offerti alla fruizione di un turismo colto e rispettoso del
territorio, interessato a conoscere ed approfondire le peculiarità del luogo,
da ogni punto di vista. Ho avuto la fortuna di soggiornare in questo
bellissimo villaggio e devo dire che da
ogni particolare si coglie l’amore che questi due giovani architetti hanno per
la loro terra e per il loro lavoro, la volontà di offrire ai loro ospiti
italiani e stranieri, il meglio e la più alta qualità che questa terra può
offrire dal punto di vista ambientale, climatico, alimentare e culturale.
Questa loro necessità si percepisce da ogni cosa, dalle forme architettoniche,
dalla luce che le avvolge, dai colori che hanno scelto, dai materiali e dai
sistemi con cui li hanno usati per costruire, sanare, ristrutturare e arredare.
Ogni trullo ha una sua definizione formale e strutturale, magari con qualche
piccolo ampliamento per renderne la fruizione più confortevole (un bagno, una
cucina, una cameretta e una piccola piscina) ma tutti hanno un aspetto esteriore che testimonia la
loro origine millenaria e, allo stesso tempo, una modernità prorompente ma
rispettosa che li accompagna.
Hilde e
Luigi sono due architetti atipici, non sono investitori accaniti e
spregiudicati, non sono speculatori in cerca di guadagni facili, non sfruttano
il territorio (se non con i loro ulivi centenari per fare dell’olio buonissimo)
e nemmeno il turismo di massa pretenzioso e ignorante che ha invaso la Puglia
da qualche decennio. Quello che dimostra di poter spendere soldi per un lusso che in molti
offrono a buon mercato e senza badare al contenuto, alla sostanza, ovvero a ciò
che questa terra può offrire in termini di cultura contadina, conoscenze
naturalistiche e storiche, arte e architettura, tradizioni culinarie, umanità e
molto altro.
Forse il
loro è l’unico modo intelligente di praticare una professione difficile come
quella dell’architetto, di promuovere il proprio territorio, salvaguardarlo e
viverlo appieno, senza doversi compromettere politicamente, economicamente,
moralmente ma semplicemente trasformando l’amore per tutte le cose belle del
loro paese in una attività lavorativa dignitosa e piena di idee innovative che
serva a rendere la loro una famiglia felice e ad offrire un pezzetto di questa
felicità anche agli ospiti che li vanno a trovare.
Grazie Hilde e grazie Luigi, continuate così.
Nessun commento:
Posta un commento