Nel 1980 mi sono trasferito
a Treviso avendone amato da subito la struttura urbanistica medievale, le
stradine strette e silenziose, i portici affrescati, i giardini, le ville e i
magnifici scorci d’acqua. Per me che provenivo da una metropoli urbana tra le
più caotiche e inquinate d’Italia era una specie di miraggio ritrovarmi in un
luogo così felicemente armonioso e ricco
di bellezze e di tranquillità. Ho avuto la fortuna di poter abitare in una
delle case storiche più belle della città, in Borgo Cavour ( quella che è poi
diventata lo studio dell’Arch. Vittorio Rossi ) e di poter apprezzare per tanti
anni l’alta qualità della vita che in quel periodo offriva Treviso. In una
ventina d’anni le cose però sono cambiate, la città si è trasformata, l’aumento
del traffico urbano, la viabilità e l’edilizia sfrenata (sia abitativa che
industriale) ne hanno stravolto l’aspetto originario rendendola quasi invivibile, almeno per me che ne avevo nella
mente e nel cuore quell’immagine idilliaca dei primi anni ’80. Nel 2000 mi sono
convinto quindi a lasciare Treviso per cercare casa a Mogliano che, per diversi
aspetti, offriva vent’anni fa ciò che a Treviso cominciava a mancare ovvero:
tranquillità, collegamenti facili, servizi efficienti, un buon livello di
vivibilità complessiva dell’ambiente urbano, poco traffico, piste ciclabili e
un po’ di tutto vicino casa, negozi, biblioteca, scuole, cinema e ottimi
collegamenti con bus e treni sia per Treviso che per Venezia. Ricordo che nei
primi anni 2000 Mogliano fu per me una scoperta continua di percorsi ciclabili,
passeggiate e anche di una campagna ancora praticabile facilmente a due passi
dal centro che potevo raggiungere in
bici. Posti magnifici dove osservare, disegnare, fotografare e sentieri su cui
camminare senza fretta, senza rumori e con un paesaggio ancora libero da gru,
cantieri e palazzine più alte dell’orizzonte.
I molti spazi verdi di cui pure gode la città sono in uno stato di degrado e di abbandono avvilente, la zona residenziale a ridosso della Piazza ( fulcro della vita moglianese ) si sta trasformano da alcuni anni in un cantiere perenne che vede la continua sostituzione di pezzi della città giardino, anche di un certo pregio architettonico e magari monofamiliari, con nuove costruzioni multifamiliari di chiara matrice speculativa e di pessima qualità progettuale.
Per me che mi sono laureato in architettura negli anni ’80,
passeggiare oggi per Mogliano è come
sfogliare le pagine di vecchie riviste di architettura come Abitare, Domus o
Casabella ma strappate in mille frammenti rincollati poi a caso. Sembra che
dietro il progetto di questa nuova edilizia d’assalto che sta invadendo
Mogliano non ci sia nulla, nessuna idea di città ma neanche di umanità perché
non riesco nemmeno ad immaginare la persona “umana” che sia contenta di andare
a vivere in un mini a piano terra con tre metri quadri di giardino, senza luce
e senza un panorama su cui affacciarsi al mattino, un parcheggio a mezzo metro
dalla finestra, un soffitto da 270 cm scarsi, stanze microscopiche dove non c’è
spazio per un armadio e il garage sotto al pavimento della camera da letto se
non addirittura al posto del soggiorno…
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