UNA SCUOLA SENZA “DANNI” NELLA CITTA’ IDEALE



Sfogliando alcune vecchie carte, nel fare la solita pulizia periodica del mio studio, ho riletto alcune cose interessanti riguardanti la scuola che frequentavo fino a qualche anno fa e di cui ho dimenticato quasi del tutto le cose peggiori ma conservato un ricordo nitido delle migliori. Rileggere mi ha risvegliato il ricordo di alcuni episodi ormai lontani che al momento mi sembrarono sconvolgenti, addirittura insopportabili, ma ora mi fanno sorridere se ripenso a quanto tempo ho sprecato della mia vita a rincorrere un ideale di giustizia irraggiungibile in una società come la nostra, nella quale spesso si intrecciano i ruoli istituzionali e professionali con  gli interessi o le ambizioni personali e i meriti con i privilegi. La scuola è stata, negli anni dalla riforma Berlinguer in poi, lo specchio in cui si è riflessa la nostra società con tutte le sue enormi contraddizioni. Nel mio piccolo ho vissuto sulla mia pelle la trasformazione della scuola e anche il “danno” che essa ha subito in questi ultimi decenni a causa delle riforme che di volta in volta i vari governi hanno realizzato, sulla pelle degli insegnanti ma anche e soprattutto su quella dei giovani, ai quali è stata tolta a mio parere la possibilità di formarsi una cultura adeguata ad affrontare questi tempi così complicati. Basti pensare alla riforma della scuola media che era la parte fondamentale del percorso scolastico, quella nella quale si formava la base portante delle conoscenze di ognuno che ora sforna studenti per la scuola superiore spesso incapaci di leggere e di scrivere, oppure a quella delle Università del 3+2 in cui non si capisce più i laureati in cosa esattamente si siano specializzati e spesso non lo sanno nemmeno loro. Ma l’episodio che mi è tornato in mente rovistando tra le vecchie carte fa riferimento ad una componente della scuola (i genitori) entrata a farne parte grazie alle suddette riforme le quali hanno sì “democratizzato” l’istituzione aprendola al contributo delle famiglie ma ne hanno anche pregiudicato la stabilità e l’efficienza inserendo forzatamente nel contesto scolastico un “corpo estraneo”, una sorta di “mina vagante” in grado di condizionarne il delicato meccanismo didattico-amministrativo fino a farlo implodere, come fu nel caso che racconterò prossimamente. 

Nel frattempo consiglio la lettura del bellissimo libro di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi ( “Il danno scolastico” ) e, in particolare, la “lettera ad un genitore” in esso contenuta.




 

21 novembre: giornata nazionale degli alberi


Oggi 21 novembre è una giornata importante per tutti coloro che non sopportano l'idea di un albero che muore, un albero tagliato, abbattuto dalle intemperie o sfinito dalla siccità o dall'incuria dell'uomo. Se volete fare qualcosa potete agire direttamente sul rimboschimento del pianeta regalando un albero a distanza su Treedom. Un contadino lo pianterà nella sua terra, sarà parte di un progetto di sviluppo di cui sarete costantemente informati attraverso foto e dettagli che potrete ricevere sulla pagina che il sito dedica ad ogni albero. Il mio me lo ha regalato mio figlio e si trova in Guatemala, è un albero del caffè.

Regalate un albero per Natale!