La "città ideale" ovvero l'armonia perduta...quella che dovrebbe
esserci tra “contenitore” e “contenuto”. Come riconquistarla?... Andando al
circo.
Prima parte.
Recupero per questo blog un articolo che scrissi qualche tempo fa sulla rivista “Archigrafica” integrandolo
con alcuni piccoli dettagli che lo rendono, secondo me, ancora attuale. Il
circo mi affascina e mi commuove. Oggi più che mai, non potendone godere dal
vivo, lo immagino con nostalgia. L’atmosfera che si respira nei dintorni del
tendone , oltre agli odori forti che mescolano zucchero filato a sterco di
elefante, è classicamente felliniana ed è forse per questo che il sogno
cinematografico del grande Maestro rimbalza nella mia memoria ogni volta che ho
di fronte uno spettacolo di magia o di equilibrismo oppure semplicemente un
pagliaccio con il naso rosso che mi sorride. Ricordo che la mia prima idea di
tesi di laurea in architettura fu quella di un Luna Park circense tra[1]sformato in un luogo urbano
permanente, al centro della città, in cui la gente potesse incontrarsi an[1]che per scopi che non
fossero solo il puro divertimento, con biblioteche, teatri, scuole, uffici e
molto altro. Forse questa antica memoria mi ha consigliato di non mancare
all’ultimo spettacolo ( prima del lockdown ) di Moira Orfei, nel parco di
Marghera, periferia di Venezia, nel quale si promettevano sor[1]prese mirabolanti ed
imprese memorabili di uomini e animali. Il numero di apertura dello spettacolo
era con due ragazzini, i nipoti di Moira, le cui contorsioni elegan[1]ti e complicate a tempo di
musica mi sollecitavano immediatamente una prima riflessione: ma che scuola
avranno frequentato due ragazzi che a dodici/tredici anni sono in grado di
esibirsi con tanta precisione, con tanto rigore e con una forza fisica e psicologica
così potente e controllata? Che insegnanti straordinari avranno avuto questi
fenomeni per essere così accurati nei loro movimenti e così appropriati negli
sguardi, nei tempi musicali, nei gesti verso il pubblico, da non avere mai nem[1]meno l’ombra di
un’incertezza? Ovvio che il mio pensiero andasse contemporaneamente ai miei
alunni, quelli che ogni mattina incon[1]travo in classe e a cui
dovevo spiegare almeno dieci volte le stesse cose per ottenere che ritornassero
poi altre dieci volte davanti alla mia cattedra a chiedermi tutti la stessa
cosa che avevo appena spiega[1]to… Alunni coetanei dei
nipoti di Moira Orfei… A proposito di nipoti e di nepotismo… (nota) Il
“nepotismo” nel circo, inteso come passaggio dei ruoli tra padri e figli
o…nipoti, è la regola! Ma una regola sana, garanzia di buoni risultati.
Tuttavia non basta essere figli o nipoti del domatore per averne lo stesso
coraggio, la stessa capacità, la stessa bravura nell’addestrare le tigri. Nel
circo bisogna essere capaci di fare anche meglio dei padri per conquistarsi il
diritto di seguirne le orme, la fama e lo stesso applauso del pubblico,
dimostrando di avere acquisito e rielaborato perfetta[1]mente
fin dalla nascita il loro insegnamento. Nell’Università italiana ( tanto per
fare un parallelo ) il fatto di essere figlio di “quel” padre è già presupposto
sufficiente per seguirne le orme e la fama, an[1]che
senza alcun merito e nessuna capacità. Se i “baroni” delle nostre Università
perdessero meno tem[1]po ad intrallazzare con le
commissioni d’esame per raccomandare i propri figli e andassero di più al
circo, forse si vergognerebbero un po’ di certe pratiche... Dopo i nipotini
Orfei è stata la volta dei pagliacci, quelli che tra un numero e l’altro vi
distraggono per non farvi pesare il tempo che serve a montare e smontare le
attrezzature dei vari numeri che si susse[1]guono.
Ogni volta mi fanno ridere con più gusto ed ogni volta su temi diversi che
affrontano come fos[1]sero degli psicologi,
talmente esperti della natura umana e delle sue reazioni, da ottenere dal
pubblico sempre ciò che si aspettano. Pubblico che risponde sempre ridendo a
crepapelle di ciò che invece do[1]vrebbe spingerli in molti
casi ad un esame di coscienza o ad una riflessione profonda… (continua...)
Nessun commento:
Posta un commento