venerdì 24 gennaio 2025

LA MUSICA E' FINITA...I CREATIVI SE NE VANNO

Oggi ho fatto una esperienza scioccante che mi ha spinto a riflettere sulla creatività, in particolare in ambito musicale, sulla necessità di essere creativi e sulla capacità di mettere in gioco la propria creatività per ottenere un risultato nel proprio ambito espressivo (pittura, musica, letteratura ecc.). La creatività è una forza che viene da dentro e che ti spinge a soddisfare una esigenza quasi biologica, esistenziale, vitale, senza la quale il creativo (o l’artista se volete) non esiste, non pensa di vivere degnamente e utilmente su questa terra. Con sgomento ho verificato come è facile  creare automaticamente una canzone con l’intelligenza artificiale, dando un input semplice al programma: “canzone d’amore che parli della separazione dalla propria terra, in stile romantico italiano”. Mi sono spaventato e poi mi sono chiesto, visto il risultato incredibilmente efficace prodotto dal software in pochi secondi, che soddisfazione possa mai esserci nel realizzare una canzone in questo modo, per quanto bella, orecchiabile, perfetta sul piano della composizione e dell’arrangiamento e perfino nel testo, creata sulla semplice base di un pensierino di terza elementare. Mi sono chiesto che fine faccia, con questo procedimento tecnologico infernale, la soddisfazione, il piacere, il godimento puro che l’autore/musicista dovrebbe provare nel costruire la propria opera creativa, magari suonando uno strumento. La soddisfazione, il fine ultimo dell’artista che immagina, progetta e realizza la sua canzone, secondo un percorso teorico e pratico entusiasmante, fatto di esperienza, competenza tecnica, fantasia, genialità, ingegno, con l’intelligenza artificiale, viene completamente cancellata! Che soddisfazione può esserci in chi ha il dono della creatività se, al suo posto, progetta, compone uno strumento elettronico, una macchina, che lavora per lui al solo fine di realizzare un “prodotto” qualunque?

Nessuna. Dunque è evidente che il vero artista, il vero musicista creativo, quello che l’arte e la musica ce l’ha nel sangue e per questo sente la necessità di esprimersi, non può che diffidare di questo mezzo. Chi invece ha interesse a realizzare un “prodotto”, per un interesse commerciale o speculativo, lo farà (e forse lo sta già facendo) solo per questo e senza alcuno scrupolo, ottenendo risultati estremamente interessanti e facilmente confondibili con quelli ottenuti da un autore “umano”(penso a Mogol e Battisti…). Dunque molto materiale musicale che si ascolterà da qui a breve sarà il prodotto di un algoritmo e non una creazione artistica di un autore e i concerti, di conseguenza, una pantomima ridicola con soggetti umani che si muoveranno sulla scena, come burattini, in sincrono con immagini e suoni creati dall’intelligenza artificiale. Ciò che, in parte, sta già accadendo ma quello che spaventa di più è che il pubblico, chi fruisce della musica, soprattutto adolescenti, ha sempre meno strumenti per riflettere su questa manomissione pericolosa dell’Arte e della creatività umana e subisce questa trasformazione senza percepirne la gravità assoluta.